Da qualche tempo la pubblica amministrazione è entrata in stato confusionale. “Si è perduta la religione”, si dice quando VIENE superato ogni limite LEGALE E MORALE. Tutti contro tutti. E nella confusione stanno venendo giù i reticolati di argine e di protezione al sistema, parola magica di garanzia che ha tenuto incollato politica, burocrazia, criminalità e reticolato istituzionale. Dai varchi, come sul fronte di guerra, si è aperto l’assalto alla Diligenza pubblica. E nessuno riesce più a fermarlo. Anzi i tutori dell’avamposto scappano, senza voltarsi. I controllori hanno rinunciato al loro ruolo. La legalità che già era una chimera in questo Paese, è stata travolta dagli eventi dell’ultima pandemia. La Grande Stalla pubblica è ormai senza porte e senza guardiani. La delinquenza politica ha avuto il sopravvento sullo Stato, fondato sulla Carta costituzionale.
Le Case comuni, che una volta si chiamavano Municipi, sono state invase da nuovi personaggi, ben vestiti, dall’accento combinato, arricchiti di titoli acquisiti nelle scuole specializzate di sociologia criminale. Luoghi attrezzati e trasformati in roccaforti di società anonime e consorterie al servizio di soggetti che gestiscono il teatro delle” macchiette”.
Il Covid 19, invisibile ma incisivamente filtrante ha aperto lo scrigno della vita pubblica. Non solo, che, per gli effetti dei rigurgiti incontrollati, sta smantellando il vecchio palcoscenico, costruito, a forza, per tenere a bada il POPOLO. Il potere, con tutta la sua organizzazione, è caduto nel vortice di un batterio invisibile e invulnerabile, almeno finora, il quale, attraverso una diffusione vaporizzata, ha messo in subbuglio pensieri e studi di scienziati da cui dipendono le ragioni delle scelte politiche.
la pandemia ha invaso tutto e tutti, persone, ruoli, competenze, attività, professioni, e ogni aspetto della vita sociale. La pandemia ha travolto organizzazione sociale, pubblica e privata. Il paradosso della situazione è che i cittadini, si sono alleati col covid, ansiosi di buttare giù “il sistema” in cui sono prevalse ragioni e interessi di prediletti e preferiti. Il giocattolo perde pezzi e funzioni e nessuno vuole usarlo. Si parla di nuovo, di una rivoluzione culturale, ma i furbi, i soliti furbi, sono già appostati sul margine della promessa via. Invece La collettività ha preso coscienza; non crede più a nessuno e aspetta, in silenzio, l’occasione per far buttare giù il SISTEMA, il mondo di bugie, di false promesse, di intrighi, di accordi combinati tra politica e delinquenza. I cittadini Hanno capito che il voto è l’arma più certa per ristabilire democrazia e giustizia? Forse sì.
Siamo al punto di non ritorno e nessuno, di coloro che hanno fatto vittime, potrà sperare di farla franca. Tutti risponderanno, anche chi è rimasto inerte a guardare. Il Covid ha invaso anche la magistratura, il grande pilastro delle garanzie legali. Quando il cittadino perde la fiducia nelle istituzioni non dà più peso alle sue decisioni. Il Presidente della Repubblica lo ha compreso e nella tensione del suo discorso c’è tutta la preoccupazione di Capo di Stato. Le sue parole sono state molto chiare e sono giunte intensamente al cuore degli italiani, che soffrono e patiscono ingiustizie e fame. E le notizie di questi giorni sono come un fiume in piena che fanno presagire tempi peggiori. Quando viene inquisito un magistrato o peggio ancora arrestato per gravissimi reati, è travolta l’immagine dello Stato di diritto. E non si salva il simbolo dell’intera organizzazione della giustizia, perché tutti sapevano e sanno. Tutti, direttamente e indirettamente erano incollati nel sistema delle correnti, per laute carriere e non per pubblica beneficenza. L’ANM, smascherata da insinuanti intercettazioni è risultata gestita con metodi che non onorano la dignità della “vesta”. Quei personaggi ancora operano e forse decidono su questioni dei cittadini. Ancora in attesa di una misura che troverà la soluzione ponderata nel libro della smorfia. Gli scontenti e i contrari non osano apparire. Bisbigliano pensieri e malumore di bocca in bocca nei luoghi di lavoro, sotto i portici, lontani dagli occhi delle telecamere, nei bar e nelle piazze, guardandosi intorno. Senza più alcuna riverenza rispettosa. La società incalza per conoscere le tante verità, tenute nascoste o negate, negli archivi segreti di Stato, di delitti concordati e programmati. Un mondo occulto e parallelo in cui sono stati organizzati i più feroci delitti contro uomini e persone che facevano il proprio dovere, coscienti di morire per lo Stato.
L’infedeltà e il tradimento è avvenuto col timbro dello Stato. Siamo tutti responsabili del SISTEMA, chi ha operato e chi sapeva e non ha parlato; Chi ha usato l’amico e chi ha avuto facile accesso attraverso la porta di servizio, mentre il cittadino onesto attendeva il suo turno secondo il numero assegnato.
La Giustizia ordinaria ha fallito. La credibilità dello Stato, per necessità impellente, è affidata all’organismo speciale della DDA. Il clamore, crescente per le notizie che giungono dalle inchieste fa presagire tempi scuri. A questa GIUSTIZIA che non guarda in faccia nessuno, e meno male, e ai suoi magistrati seriamente impegnati è affidato il compito straordinario di ripulire e sanificare ogni angolo del PAESE. Così speriamo. Così vuole il POPOLO. Da qui bisogna ripartire per recuperare lo Stato di diritto, la sua dignità e la smarrita democrazia. Fuori tutti e a tutti i livelli istituzionali: i furbi, i venduti, gli impostori e gli affiliati. Fuori i deviatori della legalità e coloro che in nome della legge hanno usato e usano lo Stato per interessi propri, di famiglia, di amici e di associazioni amiche. Fuori soprattutto rappresentanti e controllori che hanno concorso a distruggere un patrimonio pubblico costruito con i sacrifici del POPOLO.
di Gerardo Spira
E-mail: gerardospira@yahoo.it
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